Ieri notte mi sono svegliata, aggrappata braccia e gambe a Tonino, e gli ho detto: "Mi sembra di avere la febbre a 40, sto malissimo...".
"Che posso fare?".
"Niente. Dormiamo.".
Al mattino, presto, incredibilmente presto per le sue abitudini, Ingrid si sveglia.
E' cominciata così una delle domeniche più belle della mia vita.
Tonino si è alzato e ha comiciato il valzer del pannolino. Poi lattuccio, ruttino, dondolo e giochino del cuore. Io seguivo tutto da sotto al piumone, indovinando dai rumori cosa accadeva nella stanza accanto e dando un punteggio a mente.
Mi sono fatta portare il termometro: avevo solo 37.
Sarà stato che la settimana appena passata l'avevo trascorsa in piedi nonostante il raffreddore e il virus intestinale, trascinandomi priva di forze e preoccupata in continuazione per tutto il gran da fare, ma ora mi sentivo il freddo nella pancia, il dolore alle ossa e il fuoco del febbrone.
Oggi resto a letto, qualunque cosa accada.
Oggi resto a letto, qualunque cosa accada.
Sono anni che passo le influenze in piedi, senza riuscire a stare un giorno intero sotto il piumone. E non sono riuscita a ricordarmi per quale motivo, visto che in realtà ho una figlia solo da sei mesi.
Sarà che prima lavoravo e restare a casa per l'influenza diventava un'occasione troppo bella per fare un sacco di cose. Restare a letto mi sembrava una perdita di tempo. Adesso dormire mi sembra un dovere etico, per riuscire quel minimo a coesistere con gli altri essere umani senza il rischio di diventare una iena per un nonnulla o distrarmi continuamente mentre gli altri mi parlano dando l'idea di una a cui interessano solo i discorsi da mamme.
Già dal mattino Ingrid ha dato da subito segni di grande vivacità intellettuale con gorgheggi, sputacchi, cacche a ripetizione, gridolini e risatone.
Io ho fatto colazione, preso l'aspirina e ricordato a Tonino che c'era da andare all'Ipercoop per un paio di cosucce. Lui ha portato fuori il cane, sotto la pioggia, l'ha riportata a casa, preso la lista della spesa ed è riuscito sotto la pioggia. Mi ha telefonato dopo più di mezz'ora per avvertirmi che avevano appena aperto, perché la domenica cambia l'orario... E' tornato con un bel pacchetto di alici, forse perchè sa che mi piacciono tanto, forse per velata vendetta visto che le pulisco sempre io (perché mi piace farlo,in realtà, immaginandomi ogni volta in una cucina da casa di mare, davanti a un gatto che mi guarda acciambellato sul davazale con la coda in movimento, ad aspettare gli scarti...ma queste sono deviazioni che in genere non rivelo a nessuno).
In ogni modo, non mi sono lasciata scalfire e con la profonda determinazione interiore di un samurai ho rifatto il letto, steso la lavatrice, pulito a terra, preparato la pappa di Ingrid, fattole fare merenda e pure il pranzo, pulito le alici e infornato, cambiato pannolino, dato biberon e messo a nanna per il riposino pomeridiano, senza aver il minimo dubbio che ce l'avrei fatta: mi sarei messa a letto a godermi la mia influenza, prima o poi. Anzi, lo stavo già facendo solo che non sembrava.
Così è stato, perchè ho passato il resto della giornata al caldo, a fare pisolini, a finire l'elasti-libro piangendo e ridendo a seconda dei casi e innamorandomi del nonno barese.
Ho fatto merenda due volte.
Ho visto un po' di tv.
Ho giocato a fare le pernacchiette su Ingrid e abbiamo riso come due matte.
Ogni tanto è da rifarsi, una domenica di influenza.
Sono pronta a truccare il termometro, sono pronta a tutto. Sappiatelo.
Sono pronta a truccare il termometro, sono pronta a tutto. Sappiatelo.
P.S.
In tutto questo, la teglietta di alici alla fine è stata una buona idea: mi è piaciuto mentre ce le mangiavamo con le mani e il salato che resta sulle dita. Avrei voluto fargli una foto, ma poi ho pensato che tutto sommato chiunque sa com'è fatta un'alice e, quando si fanno certi propositi, interrompere il pranzo, imbandire un set, prendere la macchina fotografica (quella scatoletta antidiluviana con cui scatto), cercare le luci giuste, proprio non ci stava...
In tutto questo, la teglietta di alici alla fine è stata una buona idea: mi è piaciuto mentre ce le mangiavamo con le mani e il salato che resta sulle dita. Avrei voluto fargli una foto, ma poi ho pensato che tutto sommato chiunque sa com'è fatta un'alice e, quando si fanno certi propositi, interrompere il pranzo, imbandire un set, prendere la macchina fotografica (quella scatoletta antidiluviana con cui scatto), cercare le luci giuste, proprio non ci stava...
ingredienti
per 2 persone
500 g di alici
tre cucchiai abbondanti di farina
sale
olio e.v.o.
Privare le alici della testa e delle interiora, lavarle bene sotto l'acqua corrente e metterle in uno scolapasta a scolare.
Asciugarle con uno scottex e versarle in una teglia. Salare e infarinare. Versare l'olio, dare una mescolata per distribuirlo e infornare a 200°C. Cuocere per 20 minuti se vi piace che restino morbide. Se invece, come noi, le amate asciutte e croccanti prolungare la cottura per altri 15 minuti.
8 commenti:
Ciao, tu non hai idea di quanto mi parli questo tuo post: condivido tutto, iniziando dal discorso sul sonno (qui parla la mamma di due piccole- 2 anni e mezzo e 6 mesi, rispettivamente, olé). Ti auguro tante belle domeniche :-)
Ciao Vale!! Ti auguro una pronta guarigione, sono sicura che con le coccole d'Ingrid sarà cosi :)
Anch'io condivido tante cose di quello che ci racconti.
Un forte abbraccio!
Romina
*donatella, tutta la mia profonda e sincera solidarietà! due bimbe così piccole, davvero brava. è vero pure che allo stesso tempo ti trasmettono la vita, è bellissimo. tanti bei giorni anche a te! :)
*romina, tu sei la roccia, il punto di riferimento per ogni mamma! come stai? ti abbraccio forte anche io! :*
Vale che bello ma sei tornata, accidenti e io che non me ne ero accorta!:-( adesso scappo ma non vedo l'ora di tornare e leggerti con la dovuta calma e riscriverti ancora. Ecco diciamo che non ho resistito all'impulso del 'bentornata'!:-)
*laura, non ti devi scusare, scherzi...io sono sempre molto felice quando ho notizie, un bacio grande, super.
Eccomi qua, Vale cara come mi sei mancata!!!Ti ho letta tutta d'un fiato e sai cosa ti dico? hai fatto bene a non scattare foto, perchè delle alici insomma di sa, mentre di voi bella famiglia è così bello sentir raccontare :-) Brava secondo me truccare il termometro può essere una bella pensata che se si fa coincidere con la domenica è proprio una pacchia!UNa bacio a te mamma inarrestabile anceh con la febbre, al papone di casa e alla pupetta!!!
Bello tutto, dall'inizio alla fine :)
*sara, tu sei tanto bella! mi piace l'atmosfera dei tuoi racconti, mi sembra sempre di essere lì con te. :)
Posta un commento