Sono nata di maggio,
era il 1976 e mia madre aveva i capelli lunghi e lisci, portava jean's a zampa,
vestiti a righe e gli occhi truccati col kajal. Tutto questo mi è
rimasto dentro e ora trucco gli occhi di nero, mi piacciono i jean's larghi e
le minigonne e ascolto Nada e Joan Baez. Da bambina mi
allungavo sul ramo di una camelia del giardino di casa e lì sdraiata guardavo
il cielo e mi riposavo dai giochi e dai più piccoli che rompevano.A scuola aspettavo
l’intervallo per mangiare la merenda che portava la mia amica Barbara Gigante e
lei la mia, dopo che per mesi avevamo segretamente desiderato l’una la merenda
dell’altra. Lo scambio avveniva di nascosto dalle nostre mamme per non farle
arrabbiare. In terza mi sono trasferita e non ci siamo mai più riviste.Ora vivo in una grande
città, ma ho trascorso la gran parte della mia vita in collina prima e poi al
mare. E di questa vita appena passata mi restano i capelli mossi dal vento e un
po’ crespi di salsedine, l’abitudine di guardare le nuvole per sentire il tempo
che cambia e uno scalpitare improvviso tra una quiete e l’altra.In cucina ho ben pochi
utensili, mani e mestoli e misurini sono i miei strumenti di lavoro, gli occhi,
il cuore e il forno fanno il resto.A volte mi chiedo ancora
cosa mangi, nell’intervallo, la mia amica Barbara Gigante.