31 maggio 2011

Jamie Oliver, finalmente!

                                               






















Impossibile trattenere l'entusiasmo quando, finalmente, ieri sera ho incontrato JAMIE OLIVER!
Beh, in TV intendo... :))
Ultimamente mi fermavo in libreria a sfogliare i suoi libri, leggevo i commenti entusiasti sui vostri blog, cercavo di immaginare il carisma e la simpatia di cui tutti parlano e finalmente ieri ho visto una sua trasmissione alla tele. Mi ero accoccolata sul divano nel momento in cui il resto della famigliola aveva preso la porta di casa per l'uscita serale pro bisognini, guardando in cagnesca diffidenza i piatti della cena in attesa di lavaggio. Un salto di qua uno di là annoiata dalle solite trasmissioni quando a un certo punto il suo faccione sorridente, come si dice, mi buca lo schermo!
Si tratta della serie "il mio giro americano" e la cosa speciale è stata che si trattava della puntata dedicata ai Navajos, la popolazione dei nativi americani che vive in una riserva grande quanto la Scozia, tra il Nord delll'Arizona, Utah e New Mexico.
Sono antropologa, anche se solo di formazione e non per lavoro, e fin da bambina innamorata di tutto quello che proviene dalla cultura degli indiani d'America. Per questo per me è stato un incontro doppiamente speciale.
Non ve la sto a fare troppo lunga, vi dico solo che il compito di Jamie era quello di riuscire a far entusiasmare i giovani Navajos alla cucina tradizionale, da loro tradita per i vari Burger King, Pizza Hut, McDonald's... Decide così di affrontare un viaggio nella cucina di questo popolo straordinario, che diventa anche un viaggio fisico perchè si addentra fin nel deserto. Un'esperienza che lui stesso definisce straordinaria, ma anche un po' 'spaventosa'. Impara che per i Navajos il cibo intrattiene un legame indissolubile con la Natura, con il suo spirito, la sua forza e grandezza. Per questo anche nella preparazione delle pietanze tutto è scandito dal rapporto con essa, sempre presente e degna del più profondo rispetto.
Mi ha colpita la straordinaria capacità di Jamie di comprendere subito, di assimilare così bene quello che gli viene trasmesso da saperlo riproporre con entusiasmo e amore e, soprattutto, una cosa che mi incanta sempre quando la incontro in un altro essere umano: la capacità di riconoscere la bellezza, di sentirsene ispirato e riempito, pronto a sua volta a dare vita.






30 maggio 2011

Polpettone e patate al limone: proprio al momento del bisogno!

Questa è una cenetta davvero semplice, per quando si arriva a casa esausti, ma si ha comunque voglia e bisogno di mangiare qualcosa di sano e nutriente. Il polpettone è nella versione proposta da Sigrid e collaudata da Rossella, entrambe per me fonti di grande ispirazione, non solo culinaria, ma anche, come dire, nel modo di..."annusare" la vita! E questa in particolare è una ricetta che è arrivata davvero nel momento del bisogno, perchè il caldo torrido che ci ha investio, qui a Roma, ormai da qualche tempo  mi aveva un po' debilitato.
Ho affiancato il polpettone con le patate preparate al modo veloce della mia mamma, unica modifica l'aggiunta della scorza di limone che mi sembrava un doveroso richiamo!
Quello che è avanzato l'ho portato il giorno dopo in ufficio. Appena ho aperto il contenitore si è sprigionato nell'aria un irresistibile aroma di limone, tanto che il mio collega si è alzato dalla scrivania e allungandosi curioso oltre il pc mi fa: "fammi un po' vedè che te sei portata oggi??""

Polpettone e patate al limone: proprio al momento del bisogno!


ingredienti
500g di manzo tritato
2 uova
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di pane integrale grattugiato
2 limoni
1 cucchiaino di cannella
sale qb
pepe qb
poco più di mezzo litro di brodo vegetale
6 patate medie

Amalgamare in una ciotola il macinato con le uova, il parmigiano, il pane grattato, la buccia grattugiata di un limone, sale, pepe e cannella. Lavorarlo con le mani in modo da formare appunto un polpettone e rotolarlo nel pangrattato. Infornare a 190° C per 15 minuti, poi aggiungere circa un centimetro di brodo vegetale e lasciare cuocere ancora per 45 minuti, finché la parte superiore sia dorata. Io non ho fatto asciugare tutto il brodo, perché il sughetto che risulta dal brodo mescolato a quello che rilascia la carne è molto saporito e ne ho versato quindi un po' sulle fette di carne  al momento di servire.
Mentre il polpettone è in forno, versare nel brodo vegetale che avanza sei patate tagliate a dadini piuttosto grossi, aggiungere un po' di sale e la buccia di un limone. Coprire con un coperchio finché il brodo si sia asciugato e le patate risultino morbide.

27 maggio 2011

Frese al profumo di mediterraneo

Ecco una nuova ricetta di Donna Alessandra. Mi ricordo che questa è venuta fuori un pomeriggio d'agosto di maestrale. Il cielo era scuro e minaccioso, il vento fresco e incessante, la luce nitida e, in generale, nell'aria c'era un bel silenzio. Già si presagiva che sarebbe stata una serata con pochi clienti, così si sfogliavano libri di cucina, si impastavano biscotti, commentavamo il tempo e...i fatti degli altri! :) 
E siccome si doveva pur mangiare qualcosa, tra una chiacchiera e l'altra venne fuori una bruschetta mettendo un po' di tutto quello che si teneva pronto come base per i piatti della serata.
Quella sera vennero in effetti poche persone, quasi tutte norvegesi. E la nuova bruschetta venne messa naturalmente alla prova.
Vi dico solo che si trova una certa soddisfazione quando bussa alla porta della cucina un avvenente biondo norvegese, sorriso bianchissimo-sguardo azzurrissimo, a dirci che la bruschetta, insieme a un buon bicchiere di vino, l'aveva davvero fatto felice!


Frese al profumo di mediterraneo

ingredienti
8 frese di altamura
2 zucchine
1 peperone
1 piccola melanzana
1 grappolo di pomodorini
1 mazzetto di rucola
2 cucchiai di olive nere
2 fette di formaggio di capra fresco
basilico
olio e.v.o. qb
sale qb

Mondate le zucchine, il peperone e la melanzana, tagliateli julienne e adagiateli un po' alla volta su una padella o una piastra rovente per arrostirli. Nel frattempo lavare i pomodorini e tagliarli a spicchi, lavare il mazzetto di rucola e tagliarla in tre per ridurre la lunghezza delle foglie, infine denocciolare le olive. Metterli in un recipiente capiente, possibilmente provvisto di coperchio, insieme al basilico e al formaggio tagliato a dadini. Quando le verdure saranno arrostite, unirle al resto degli ingredienti, condire con sale e un buon olio extra vergine di oliva, mettere il coperchio e agitare per condire bene il tutto.
Versare sulle frese e servire.
Piccolo suggerimento
Possiamo sostituire le frese con delle piadine scaldate nel forno o semplicemente delle bruschette di pane casareccio.

26 maggio 2011

Cake mela carota e semi di lino. La merenda come quando si tornava da scuola.

L'altro giorno il mio capo mi ha spedito ad un convegno non lontano da casa, in un luogo pazzesco e con un buffet niente male! Insomma, una bella ventata d'aria fresca e la possibilità di essere a casa in un orario più che decente. Così, presa dalla vitalità e dall'entusiasmo che questo piccolo colpo di fortuna mi aveva regalato e visto che dovevano venire a trovarmi due amiche, mi son detta: CAKE!
Non solo, LO INVENTO IO!
Bèh, dovete sapere che per me la cucina è un po' come prepare una pozione magica, per cui massima attenzione alle dosi, alla procedura, alla cottura bla bla bla, manco ci fosse il rischio di esplosione o avvelenamento. Invece  per questo cake mi sono messa alla prova completamente e quello che ne è uscito fuori è stato un dolce morbidoso e profumato, con la carota e la mela, la cannella, i semini di lino...mi ha ricordato la merenda buona e sana, come forma di disintossicazione dagli spuntini nutellosi, che ogni tanto mia mamma ci faceva trovare nella pausa dai compiti.
Insomma...un successo, anche con le mie amiche!

Miffy
                     
               
       















ingredienti
90g di farina bianca
90g di farina integrale
120 g di zucchero di canna
120 ml di olio di semi
1 carota
1 mela
2 cucchiai di yogurt bianco
2 uova
mezzo baccello di vaniglia
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaio di semi di lino
1 presa di sale
1 bustina di lievito per dolci

Setacciare le farine, unire lo zucchero, una piccola presa di sale, il lievito, il cucchiaio di semi di lino e la cannella. A parte, in una ciotola capiente battere le uova con l'olio e i semini neri prelevati dal mezzo baccello di vaniglia. Grattuggiare la mela e la carota e versare nella ciotola degli ingredieti umidi. Amalgamare, aggiungere gli ingredienti secchi mescolando con un cuccchiaio e ammorbidire l'impasto con unaio di cucchiai di yogurt. Cuocere in forno preriscaldato a 180° C per 45/50 minuti.

10 maggio 2011

Calamares a la menorquina

“Viernes, 21 de julio
7,30 de la mañana
No hay nada mas siniestro que la sonrisa de una calavera ».
(Prótesis, Andreu Martin)
Comincia così “una novela negra, muy negra, negrísima” di Andreu Martin, come è definita da Montse Clavé in “Manual Práctico de cocina Negra y Criminal”, ed. “libros de allende”.
Montse Clavé è una gioviale signora di mezza età che insieme al marito ha messo su una libreria tutta dedicata a gialli e noir, chiamata appunto Negra y Criminal, a Barcellona. Entrati nella libreria avrete il piacere di bere caffè e tè con biscottini artigianali, magari seduti davanti all’entrata per guardare la gente che si sofferma, circondati da scaffali alquanto rozzi, però zeppi di capolavori. Il bello è che qualunque cosa chiediate, loro sapranno darvi una risposta, dando l’impressione di aver mangiato letteratura a colazione pranzo e cena e averne fatto ormai una parte de sé. Questo “postaccio”, dall’aria un po’ di un garage di ragazzi che hanno deciso di mettere in vendita i tesori del ripostiglio di casa, è in realtà anche un importante punto di incontro internazionale di scrittori e appassionati. Ogni anno, infatti, si tiene a febbraio un festival chiamato BCN Negra che ospita scrittori importanti di tutto il mondo. Durante quei giorni si parla di letteratura, di scrittura, si mangia, si beve, ci si fanno foto ricordo in allegria.
Comunque, tornando alla pancia, questi calamari sono facili da preparare, senza nulla togliere alla presentazione e al sapore. Ma, soprattutto, nel prepararli si ha la strana sensazione di partecipare a qualcosa che viene da lontano, un momento di bellezza e profonda concentrazione, un ricordo speciale.


                       
                   
























ingredienti
4 calamari grandi (già puliti)
qualche spicchio di aglio
pan grattato
prezzemolo tritato
4 patate grandi
2 pomodori maturi
1 cipolla grande
4 stuzzicadenti
olio e.v.o.
sale


Lavare i calamari sotto l’acqua corrente. Tagliare i tentacoli  e farli a pezzi piccoli. In un piatto fondo mettere i tentacoli, l’aglio, il prezzemolo tritato, sale e pangrattato (io ho aggiunto anche qualche pezzetto di pomodoro, sale e un po’ di olio). Farne un composto consistente, riempire i calamari e chiuderli con uno stuzzicadenti.

In una teglia versare due cucchiai di olio e ungere bene la superficie. Prima mettere uno strato di cipolla tagliata sottile, poi le patate in fette di circa un 1 cm di spessore e salare. Adagiare sulle patate i calamari e, tra questi, il pomodoro tagliato a spicchi. Spolverare con prezzemolo tritato e pangrattato. Aggiungere un po’ di acqua, fino a coprire le patate, e regolare con tre cucchiai di olio. Infornare a 220°, in forno preriscaldato, per circa tre quarti d’ora. Quando le patate saranno dorate il piatto è pronto. Da ultimo, gratinare per un minuto e servire.


9 maggio 2011

Il giardino dei nonni d'estate: crema di melanzane per l'attesa

I miei nonni sono dei perfetti pendolari moderni. Nonno Nino e nonna Iole alla loro tenera età prendono aerei o navi per vivere un po' qui un po' , così che entrambi possano godere delle loro città di origine.
L'estate passano un bel po' di tempo a Terracina, dove abbiamo anche un bel giardino detto "l'orto", perchè in origine era della bisnonna che lo usava per le gallinelle e qualche ortaggio. Ora la casa delle coccodè è stata rimessa a nuovo e attrezzata con cucina e pentolame, nel giardino oltre agli alberi di arance e all'albero di limone di qualche ricetta fa, c'è il fico settembrino, il nespolo, l'amaca, il dondolo e tavoli e sedie in quantità perchè d'estate questo piccolo mondo si anima dal tramonto fino a tarda sera per ospitare vicini, zie, cugine, barbecue e una incredibile quantità di manciurie e bevande!
In attesa della cena, la nonna prepara sempre assaggi di formaggio, affettati, verdurine varie che secondo l'usanza sarda vengono servite crude, ben lavate e scondite perchè ognuno le condisca come più ama. Così spesso prepara anche questa cremina di melanzane che è buonissima sia per accompagnare le verdure crude sia spalmata sul pane bruscato in attesa che la brace sia giusta per pesci o bistecche. L'ho trovata uguale l'altro giorno sul numero di maggio de La Cucina del Corriere e così ve la propongo, come un piccolo omaggio alle sere d'estate passate e a quelle che stanno per arrivare, alle nonne grand gourmet, ai giardini della nostra vita.



                                




ingredienti

500 g di melanzane
120 g di carote
100 g di ravanelli
100g di zucchine
100 g di pomodori
olio e.v.o.
sale qb
pepe

Mondare le melanzane, lavarle e bucherellarle con uno stecchino. Mettere in una teglia foderata con carta da forno e infornare a 200°C per 30 minuti (in alternativa, possono anche essere cotte alla griglia o bollite: in ogni caso la polpa resterà morbida). Una volta cotte, tagliarle nel senso della lunghezza ed estrarre la polpa staccandola dalla buccia con un cucchiaio. Schiacciare la polpa fino a ridurla in crema, condirla in una ciotola con sale, olio e una macinata di pepe. Mondare e lavare le verdure, disporle su un piatto da portata e servire accompagnate dalla crema di melanzane.

7 maggio 2011

Crudité di zucchine e bresaola

L'altro giorno è arrivata l'ora di pranzo senza che me ne rendessi conto! Così, dovendo fare le cose un po' alla svelta, ha aperto il frigo per scovare la presenza di avanzi della cena, ma con scarsi risultati. Cavoletti, sapete quelle giornate in cui non si ha un attimo di tregua, in cui tutto deve essere "svelto"... Ma visto che il bisogno aguzza l'ingegno, mi sono inventata questo crudité, davvero gustoso. Magari da accompagnare con pane o grissini al sesamo.


        
svelto190.jpg



ingredienti

100 g di bresaola
1 zucchina
succo di 1,5 limoni
una manciata di pinoli
parmigiano in scaglie
olio e.v.o.
sale qb

Disporre le fettine di bresaola su un piatto e versare una parte del succo di limone. Affetare molto sottilmente la zucchina con una mandolina, salare e versarvi il resto del limone. Disporre la zucchina così condita sulla bresaola e aggiungere un filo di olio. Spargere i pinoli e il parmigiano in scaglie e aspettare mezz'ora prima di servire.

6 maggio 2011

Involtini di carne, fondina e baffetti di sedano e carote

Vi ricordate di Alessandra, la cuoca bella e Gioconda? Questa è un'altra delle sue invenzioni, sempre all'insegna della semplicità e dei buoni sapori. Inoltre sono colorati e mettono allegria in tavola! Può essere anche un modo per convincere i bimbi a mangiare la ciccia: a me da piccola i rotoletti di carne con lo stecchino in mezzo mi sembravano una cosa così speciale!

 Involtini di carne, fondina e baffetti di sedano e carote

ingredienti
300 g di fettine
3 fette  di fondina
2 carote
1 costa di sedano
1/2 bicchiere di vino bianco
4 cucchiai di olio e.v.o.
sale qb

Pulire carote e sedano e tagliarli alla julienne, di circa 10 cm di lunghezza. Cuocerli in una padella con l'olio già caldo, aggiungendo mezzo bicchiere di vino e una presa di sale. Nel frattempo tagliare e metà, nel senso della larghezza, le fettine di carne, così che possiamo ottenere dei piccoli involtini, più carini! Su ognuna mettere mezza fetta di fondina e una manciata di bastoncini di carote e sedano. Avvolgere, in modo tale che le verdure sporgano ai lati come dei baffetti. Fissare con un stecchino e cuocere nello stesso olio delle verdure. 

5 maggio 2011

Crocchette spagnole. OLE'!

In genere con l'arrivo della bella stagione nasce il desiderio di disintossicarsi un po' dai cibi elaborati e calorici che con il freddo dell'inverno ci si è volentieri concessi... ma a me no! O meglio: ho voglia sì di sapori freschi, più vari, leggeri...ma poi all'improvviso un bisogno quasi da astinenza di cose sfrugugliose e assolutamente nocive per un macrobiotico mi assale e allora...non resisto! Così mi sono messa alla prova col fritto, che in cucina non è proprio una mia specialità. Da tempo avevo in mente di fare le crocchette spagnole, solo che richiedono un po' di tempo a disposizione e continuavo a rimandare.
Mi sono decisa solo quando i pomeriggi al ritorno dal lavoro hanno subito una svolta inattesa: aprire la porta di casa, trovarsi Kina con i suoi saluti impetuoso slinguazzarmi di baci, ma non lui, il mio tesoro, che ora è impegnato fino a sera per una cosa bellissima che finalmente si è realizzata.
Devo dire che i primi giorni non è stato facile, eravamo così nervose io e la Kina... :(
Però ho deciso di trasformare questo nuovo tempo in qualcosa di bello per me e in una serie di sorpese buone per lui. E così ...



    



ingredienti

500 ml di latte
200 g di prosciutto crudo
mezza cipolla
6 cucchiai di olio o 50 g di burro
5 cucchiai di farina
2 uova
200 g di pangrattato
sale qb

Tagliare finemente la cipolla e farla imbiondire con il burro in una pentola antiaderente (in Spagna al posto del burro mettono olio). Aggiungere la farina continuando a girare, versare il latte, una presa di sale e continuare la cottura sempre girando finchè non si ottiene una besciamelle ben soda.  Negli minuti della cottura aggiungere il prosciutto (la ricetta originale le prevede rigorosamente crudo, ma c'è chi lo prefersice cotto) tritato. Siccome io non ho un robot, l'ho aggiunto a pezzetti, ma anche in Spagna si possono trovare le crocchette in entrambe le versioni.
Far riposare il composto per almeno 6 ore.
Bagnare le mani e prelevare in piccole quantità la besciamelle, preparando dei piccoli cilindri di circa 5/6 cm di diametro. Passarle nel pangrattato, nell'uovo sbattuto e poi di nuovo nel pangrattato. Friggere in abbondante olio.
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