15 dicembre 2011

Il fiuto ha fiutato: omelette alla cannella.


La nostra sarà pure una piccola locanda, ma devo dire che da fare ce n'è sempre un bel po'! E poi, quando magari si arriva alla quiete, a me sembra che posso finalmente dedicarmi a...tante altre cose! La pigrizia la conosco pure, ma forse in un modo diverso dal solito. E' quella che mi godo quando non posso proprio fare a meno di fermarmi, tipo in treno/aereo/autobus, in attesa dal dottore, a letto prima di piombare tra le braccia di lui, il Morfeo... Ecco, in tutti questi momenti io penso, immagino, mi guardo intorno fissandomi sui particolari, leggo il giornale aperto dal tipo seduto affianco a me, mi lascio trasportare tutto sommato da una serie di cose fugaci e piccole che da me non dipendono e solo per un po' (ma a volte per niente) mi riguardano. E questo è un modo per distaccarsi, stare bene.
Un altro modo è quando mi preparano qualcosa di buono da mangiare, magari una sorpresa. Io mi siedo a tavola, già più o meno apparecchiata, se la sedia è alta abbastanza dondolo un po' le gambe nell'attesa (vanto anche io un onestissimo metro e cinquantotto di altezza, come un'altra amica foodblogger ;)), e annuso confidando in un fiuto da segugio per indovinare tutto.
Così l'altro giorno ai fornelli c'è stato il mio compagno e mi son trovata davanti questa apparentemente innocua e familiare omelette. Senonchè in un batter d'occhio il fiuto ha fiutato e l'ho scoperto subito il tocco da maestro: cannella! E scamorza affumicata. Non so se qualcuno l'aveva già  inventata, ma io penso che sia geniale!
Vi lascio con una bella notizia, che se pure non si tratta di cibo credo vi farà felici: la regione lazio ha firmato un documento che assicura a breve l'arrivo di fondi che permetteranno alla Fondazione Santa Lucia, di cui vi raccontavo, di non chiudere e proseguire nella sua attività riabilitativa. Come dice Caris, finchè non lo vediamo stringiamo le dita perchè sia vero e tutto vada bene!

P.S. Tra qualche ora partirò per un paese che profuma di cannella...il racconto al mio ritorno. ;)


Il fiuto ha fiutato: omelette alla cannella.

ingredienti

4 uova
sale
3 fettine di scamorza affumicata
cannella in polvere
olio e.v.o.


Battere leggermente le uova con un pizzico di sale, aggiungere una spolverata di cannella e la scamorza affumicata tagliata in pezzi. Scaldare un filo d'olio o un po' di burro in una padella antiaderente e, quando è ben calda, versare le uova. Appena il fondo si addensa, sollevare i lembi con una forchetta per far scorrere verso il fondo l'uovo rimasto ancora crudo e scuotere un po' la padella tenendola dal manico. Ripetere un paio di volte, un minuto e...fatto!



13 dicembre 2011

Biscotti al latte. Come gli abbracci di mia nonna.

Gli abbracci di mia nonna sono al latte. Sarà per la sua carnagione chiara, per la morbidezza in cui ti avvolge, sarà per il fatto che a lei piacciono solo le cose semplici, che questi biscotti mi fanno pensare proprio a lei. E così la settimana scorsa ho deciso di andarla a trovare e portarle una scatola piena di tenerezze. Grazie a Vaniglia e ad Annamaria che me li hanno fatti scoprire. Sono stata così innamorata nel vederli nelle loro (strepitose) foto che ho deciso, rispetto agli ingredienti originali che trovate più giù, di raddoppiare le dosi!
Tempi e procedura erano già stati collaudati con le mie brioche, quindi perfetti anche per me che, sigh, in settimana a casa ci sto troppo poco: da impastare mentre la cena è sul fuoco, si lasciano nel forno spento tutta la notte e la mattina seguente, mentre si aspetta il caffè e il cane reclama la sua prima, abbondante, dose di coccole e frasette(!)(sì, è l'unica creatura che ama le mie chiacchiere anche di primo mattino), loro buoni buoni cuociono in forno.
Si conservano morbidissimi, quindi secondo me sono perfetti anche per anticiparsi di un giorno o due su un regalino da portare a un'amica o collega.

P.S. a mia nonna sono piaciuti. ma anche alle mie cugine...! ;)


Biscotti al latte. Come gli abbracci di mia nonna.


ingredienti
100 g di lievito madre
50 ml di latte tiepido
50 g di burro morbido
80 g di zucchero di canna
1 uovo medio a temperatura ambiente
175 g di farina manitoba
semini di un baccello di vaniglia
2 cucchiai di miele
1 cucchiaio di latte


Sciogliere il lievito nel latte tiepido e mettere da parte.
Montare il burro con lo zucchero, aggiungere l'uovo e amalgamare bene. Versare il composto nel lievito sciolto e aggiungere un po' alla volta la farina mescolata ai semini di vaniglia, incorporando bene ed evitando che il composto si asciughi troppo (nel caso non usare tutta la farina).
Foderare una teglia con carta forno e aiutandosi con un cucchiaio distribuitevi sopra il composto, formando delle palline a una distanza di almeno 4 cm le une dalle altre. Lasciare riposare nel forno spento e chiuso tutta la notte.
Il mattino seguente, spennellare le palline con il miele sciolto nel latte e infornare per circa 20 minuti nel forno preriscaldato a 180°C.

Per i bambini del Santa Lucia: biscotti all'arancia pieni di luce.

Santa Lucia è la santa della luce, protegge la meravigliosa Siracusa ed è festeggiata con altrettanta passione anche in scandinavia. Oggi dovrebbe essere il giorno più buio dell'anno, anche se poi, con gli aggiustamenti del calendario giuliano, si è scoperto che invece è il 25. Ma tant'è, oggi in Svezia le ragazze girano vestite da angeli con una corona di candele a illuminare l'intorno.
A Siracusa si festeggia Lucia di Svezia e la settimana svedese: processione con la statua della santa in giro per la città e una delegazione di svedesi che per una settimana partecipa a diverse iniziative culturali e culinarie, a sancire ogni volta questo affettuoso gemellaggio.
Ma Santa Lucia è anche il nome di un importante ospedale romano per la riabilitazione neuromotoria, che alla fine dell'anno chiuderà per mancanza di fondi. Caris ci racconta la sua storia e quella del suo bambino colpito, come molti altri bambini in terapia al Santa Lucia, da una malattia rara. E ci chiede di diffondere questa notizia perchè si sappia e si denunci in qualche modo che la regione ha promesso da mesi un intervento che ancora non c'è stato e che quest'intervento è stato anche sancito da una sentenza del Tar.
Ai bimbi del Santa Lucia voglio offrire questi biscotti con le forme simboliche del Natale, biscotti con cui sarebbe divertente anche giocare e inventare delle storie prima di finire inzuppati nel latte.
Li ho preparati ieri sera, senza sapere ancora nulla di questa notizia. E' andata praticamente così: arrivo in ufficio e trovo sulla scrivania una grossa busta di arance e limoni profumati. E' un regalo, mi dicono i colleghi: sono passati quelli del comitato regionale siciliano e li hanno lasciati in regalo! Torno a casa nel pomeriggio e nell'entusiasmo di questo dono prezioso  mi decido finalmente a impastare i biscotti che ogni anno per le feste appendo su un lungo filo, insieme a rotelle di arance essiccate e altri ninnoli vari.
Poi stamattina leggo di Claris, dei bambini in riabilitazione e... beh, che posso pensare se non che queste arance me le abbia mandate proprio lei, la santa sicula della Luce?


Per i bambini del Santa Lucia: biscotti all'arancia pieni di luce.



ingredienti

375g di farina 00
125 g di zucchero di canna
200 g di burro
2 cucchiai di acqua fredda
1 uovo
una presa di sale
scorza grattugiata di una grossa arancia grattugiata
1 cucchiaino di cannella (io stavolta non l'ho messo)

Mescolare in un recipiente la farina, lo zucchero e la buccia grattugiata dell'arancia. Fare una fontana al centro e aggiungere il burro morbido in pezzi, l'uovo leggermente battuto con un pizzico di sale e due cucchiai di acqua fredda di frigo. impastare velocemente con la punta delle dita per non scaldare l'impasto, formare una palla e lasciare rassodare in frigo per 30 minuti. Stendere l'impasto su un piano di lavoro infarinato, così da avere una sfoglia di 4/5 mm. Tagliare con le forme desiderate e mettere in forno preriscaldato a 160°C per 15 minuti circa. 




11 dicembre 2011

Aspettando il freddo: vellutata con crostini.


Aspettando il freddo: vellutata con crostini.


Nonostante siamo attraversati da una stratificazione che normalmente si troverebbe 800/1.000 km più a sud (quindi di nordafrica si parla) io non mi arrendo e in tutti i modi cerco di recuperare quello che dicembre mi ha sempre portato: starsene volentieri a casetta, tirare fuori gli addobbi, accendere ceri e candele, sfornare biscotti alla cannella, cenare con zuppe fumanti. Ecco, tutto ciò sarebbe molto 'tipico' di un certo periodo dell'anno, di certe passioni nordiche che magari mi porto dietro da qualche vita precedente o semplicemente a causa di un'induzione occulta dell'ikea. Ma quest'anno si fa fatica, ragazze. Quest'aria calda e umida mi porta fiacca, mi appiccica i capelli e non mi fa asciugare il bucato, porcaccia miseria!
E succede così che gli addobbi siano ancora in fase organizzativa, che i biscotti ancora non mi decido a impastarli e la bella lanterna rossa col grande cero bianco a volte la dimentico spenta.
Ma non m'arrendo no nno no e ieri sera ho preparato una vellutata profumata e corposa, scovata in un vecchio libretto di ricette di zuppe e minestre, di quelle edizioni economiche a mille lire di tanti anni fa. Solo che, abbiate pazienza, tiepida l'ho servita!


ingredienti
(per 4 persone)

80 g di burro
2 cucchiai di farina
1 litro di brodo vegetale
1 carota
1 grossa cipolla 
2 coste di sedano
1 patata
100g di panna fresca
sale e pepe
pane raffermo


Fate fondere il burro in un tegame. Appena sciolto (evitando che inizi a friggere), allontanato per un istante il recipiente dal fuoco, gettatevi la farina e rimestate alla svelta, fino a quando avrete ottenuta una crema omogenea.
A questo punto, stemperate il tutto con il brodo, versandolo poco alla volta e rimestando con cura in modo che non si formino grumi.
Rimettete il recipiente sul fuovo e lasciate che il liquido raggiunga il bollore. Iniziata l'ebollizione, gettate nel tegame le verdure, mondate e spezzettate, salate e lasciate cuocere. Nel frattempo tagliare il pane a dadini e tostare.
Appena le verdure saranno tenere, frullatele con tutto il brodo, unendo la metà della panna; quindi, dopo averlo ben scaldato ancora una volta, dividete il preparato nelle fondine e colate al centro di ogni porzione un cucchiaio di panna (senza rimestare),
Servite la vellutata cosparsa moderatamente di pepe e di pane a dadini.

1 dicembre 2011

Ma le castagne sorridono?


Ma le castagne sorridono?


Sarà che il fine settimana sta per arrivare. Sarà che oggi è il primo giorno di dicembre e l'aria di festa comincia proprio a farsi sentire. Io oggi ho una gran voglia di coccole e pigrizia. Di stare sul divano con la mia vecchia coperta rossa a quadri e mangiare ancora calde le castagne.
Se le preparate così si mantengono morbidissime e profumate, nel caso in cui si voglia ripetere la fase di pigrizia dopo qualche ora e il giorno dopo:
lavare le castagne e praticare un taglio nel senso della larghezza (che poi quando sono cotte e quindi un po' più gonfie sembra un sorriso!), metterle in un recipiente ricoperte di acqua, aggiungere un paio di foglie di alloro che manderanno un buon profumo e far bollire per 15-20 minuti. C'est tout.
Buone coccole!





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