25 marzo 2013

Ohh...Amore, la ciccia e le mie patatine preferite!



Tra i lavori più belli e malpagati che ho fatto vi è sicuramente quello di educatrice nelle scuole. Tra le più memorabili, sicuramente metto le materne, dove tanti bambini (ma pure alcune maestre) mi hanno lasciato ricordi che sarebbe un peccato tenere chiusi nel cassetto.
Aurora, per esempio. Arriva in classe a tre anni, nella classe dei cinquènni perché coi coetanei non c'era più posto. Aurora era alle prese con una gran quantità di capelli biondi in formato ricci e un fratellino appena arrivato a rompere, per così dire, gli equilibri familiari.
Arrivava a scuola con la mamma che ancora cercava di attorcigliare l'elastico intorno a trecce storte o codini scomposti mentre lei faceva una faccetta sottomessa. Appena la mamma spariva, Aurora si avvicinava a qualcuna di noi grandi, di noi con cui poter parlare di certe cose, e raccontava inverosimili, vi giuro, inverosimili storie di crudeltà materna nei suoi confronti. A volte condite con parolacce che pronunciava con una grande serietà, ma che erano esilaranti perché solo lontanamente vicine a quelle vere.
Un giorno una della maestre le fa:" Aurora, come si chiama il tuo papà?"
"Fabrizio."
"E la tua mamma?"
"Mamma."
"No, tesoro...papà è papà Fabrizio e la mamma...?"
"Mmhh...mamma!"
Circoletto di maestre pronte a godersi lo spettacolo.
"Aurora, no, il nome volevo sapere...insomma, il papà, quando ha bisogno di qualcosa, come la chiama la mamma?"
"Ahhh...Amore!"

Ecco, non vi sembra un bel nome? 
Così io da qualche giorno, non sapendo ancora se è un maschietto o una femminuccia quello che tra qualche mese terrò tra le mia braccia, ho deciso dentro di me di chiamarlo Amore e basta.
E questo amore mi sta portando pure la sorpresa di sentire un impellente desiderio di mangiare cose che mai e poi mai...cose degne di una tipa come Aurora, ecco.
Tipo il pranzetto dell'altro giorno, messo su dopo che il pomeriggio precedente da Carolina avevo visto questi bocconcini di pollo in crosta di patatine fritte, quelle in busta...sì, una cosa da tipe troppe giuste, che non si fanno problemi per le dita unte, perché questi croccantosi pezzetti  di petto di pollo (che fa tanto bene) per me si mangiano rigorosamente con le mani, tra un sorso e l'altro di Pepsi ben fredda, intinti di tanto in tanto in ketchup o, io preferisco, brown sauce. 
E per accompagnare, una fresca  e salutare insalatina. Di stagione, of course...;)

























ingredienti
petto di pollo in fettine
patatine 

Aprire la confezione delle vostre patatine preferite (io quelle rustiche, un po' spesse e ondulate) e versare una quantità generosa in una ciotola. 
Tagliare a pezzetti il petto di pollo (meglio se le fettine sono sottili, altrimenti dategli una battuta) e versarlo nella ciotola. Premete con forza per farlo aderire bene e distribuitelo in una teglia ricoperta di carta forno. Infornare per 20-30 minuti a 180°C. Accompagnare con ketchup o brown sauce e una fresca insalatina.

13 marzo 2013

#2 Innamorarsi a Londra. I love Brixton.


A un paio di giorni dal compleanno di David Bowie e dall'uscita di "Where Are We Now", non potevo continuare a tacere il mio amore per lui e per Brixton, il quartiere a sud di Londra in cui nacque e sviluppò quel talento e temperamento come solo un londinese di quei marciapiedi è capace di maturare.
Brixton è luce, perché in Electric Avenue per la prima volta nella storia è stata provata l'elettricità. E' la luce dei Caraibi, per la presenza forte della comunità giamaicana, coi colori dei cibi venduti al mercato e il profumo nei locali, per i parrucchieri che espongono parrucche afro e foto di acconciature come neanche nei migliori film di Spike Lee. 
Qui c'è la luce densa dell'ispirazione di Van Gogh, che vi abitò un paio anni, della musica di Bowie e dei Clash, del raggae giamaicano  e poi il dub e il dubstep.
E proprio per quest'ultimo ci sono andata a finire, perché Brixton è anche buio, il buio dei locali, delle sale del mitico cinema Ritzy, di teatri shakesperiani che oggi sono calcati dai migliori dj e musicisti del paese.  In uno di questi teatri, circolari, col velluto rosso scuro lungo le balaustre, il legno che sembra odori ancora di trementina, abbiamo assistito a un piccolo sogno: il lavoro di un ragazzo di qui, nome d'arte Mala, pieno di dolcezza, profondità e talento, che ha viaggiato nei luoghi dei suoi antenati mescolando il suo percorso di musica elettronica con l'anima e la voce di Cuba. Ne è nato il progetto Mala in Cuba e pezzi come "Noche Sueños"...





















Comunque, a qualunque ora si sia capaci di tornare la notte a Londra, al mattino è troppo bello svegliarsi e fare progetti per un nuovo giorno. Così siamo tornati a Brixton, per vederla di giorno e perché qui si trova il kaikan, il centro culturale buddista, dove avevo voglia di andare per recitare la mia preghiera insieme agli inglesi! Si trova a pochi passi dalla metropolitana e uscendo ho potuto notare la facciata di questo palazzo, qui sotto in foto.

























Bovril, ho scoperto dopo, era la marca di una carne essiccata e questa che si vede è una pubblicità rimasta quasi intatta dagli inizi del '900. Di storico e curioso c'è anche un vecchio mulino a vento, proprio a pochi passi dalla strada principale, ma purtroppo l'ho saputo solo dopo essere tornata a Roma! :(
Passeggiando per Brixton si percepisce senza bisogno di guide e manuali come queste strade siano piene di una profonda identità, fatta di convivenze, di azioni di 'pulizia' attraverso le grandi catene, la ristrutturazione di edifici un tempo borghesi, poi occupati, ora di nuovo borghesi che convivono col quotidiano di vite fatte di poco, cariche di storie di lotte per i diritti civili, per l'integrazione e un trattamento paritario, ma anche storie di spaccio, espedienti e miseria.

Ma a Brixton ci si viene anche, soprattutto forse, per il famigerato Brixton Market, luogo da capogiri, sospiri e improvvisi attacchi di irrequietezza per chi vuole vedere, comprare, mangiare cibo buono, anche buonissimo, e a prezzi decisamente più cheap rispetto all'altra sponda del Tamigi!
Naturalmente, qui quando si parla di cibo e cucina, si parla di mondo.
Se volete giocare in casa e siete a Londra da un tempo troppo lungo per riuscire a domare l'astinenza, potete andare a mangiare una vera pizza, incredibbole ma vero, da Franco Mancamigliore pizzeria di Londra, chiamato così perché il pizzaiolo degli esordi, Franco, spesso si assentava... Non l'ho mangiata, ma passando ho visto quelle nei piatti degli avventori e giuro che era bella! ;)
Sì perchè mentre si passeggia per il market cercando di capire dove fermarsi e sfogare la fame crescente, in realtà si passeggia davanti a cucine aperte, visibili quasi sempre anche se poste all'interno, le persone mangiano rilassate e, nonostante il freddo, spesso e volentieri in tavoli e tavolate all'aperto, così che si passeggia in mezzo a persone, piatti caldi, camerieri,  chorizos, bambini hippy e senza che nessuno sia mai di disturbo all'altro.
Il posto più famoso è forse Corner Copia, uno dei primi ristoranti del Village, dove si possono trovare prodotti locali, a km 0, cucinati nella migliore tradizione. Loro hanno anche un negozio davvero carino, con oggetti vari per la cucina e per la casa, dove ho fatto un po' di acquisti...



























Sempre in tema di tradizione britannica, due tipe famose sono French & Grace, che hanno cominciato con cene servite a casa loro e ora sono diventate le cuoche tra le più amate dai mangiatori di Brixton! Anche da loro, oltre al buon cibo, potete trovare oggettini per la casa niente male...
Per chi associa Londra alla possibilità di accedere alla migliore cucina etnica del mondo, allora troverà qui pane per i suoi denti: Elephant Café per la cucina pakistana, mentre da Mama Lan si può mangiare la vera cucina di Pechino e, penso, le noodle soups più saporite del continente, visto quanta gente era seduta ai suoi tavoli e mangiava con avidità queste fantastiche fettuccine in brodo.
Noi ci siamo fermati da Senzala Créperie, un posto con una grossa e colorata insegna di legno, dalla quale spunta il mezzo busto  di una donnona nera col vestito tipico carioca e dove il menu affisso fuori promette le famose galettes bretonnos e un originale cidro portoghese...insomma un posto degno del migliore spirito brixtoniano! E infatti non ci ha deluso e mi ha messo in testa di tornarci al più presto ed estorcere le ricette dell'intero menu ai due cuochi brasiliani, perfetti padroni della migliore arte delle crepes francesi...



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...