23 novembre 2011

La cuoca di Buenaventura Durruti.

"Natale è alle porte, abbiamo deciso di preparare un po' di frittelle. E' l'ultima volta che cuciniamo, e molte di noi le impastano di lacrime. Domani si parte per una missione di sangue e speranza, stanotte invece, ci sporcheremo le mani di farina, di zucchero, di cannella e d'amore."

Nadjeta, detta Nadine, lascia gli studi di medicina, decide di non seguire la sua famiglia amata che fugge in Francia e da Bilbao va a Barcellona. E' il 1932 e si combatte contro la dittatura. Nadine si arruola nella colonna Durruti e impara a usare le armi. Arrivano gli opuscoli e i documentari clandestini di anarchici e comunisti, il femminismo si fa strada, si discute su idee vecchie e nuove, sui piani di resistenza, sui pro e i contro Durruti, si studiano i nuovi arrivati. Da tutta Europa arrivano per combattere, ma tra di loro anche possibili traditori. Occorre essere attenti. E intanto i franchisti sparano e bombardano e diffondono morte. Guernica è sotto gli occhi del mondo.
Nadine si esercita a tirare con la pistola, canta e canta insieme alle compagne canti di resistenza e di gioia e cucina e scrive raccontando giorni di ordinario coraggio e di sconforto, mentre gli avvenimenti calcano la storia, i cuori della gente sempre di più odiano "la peste fascista" , il fronte popolare francese appoggia la rivoluzione, arrivano da ogni parte per combattere, denunciare, documentare.
Nadine cucina per tutti le ricette che troviamo nel diario "La cuoca di Buonaventura Durruti. La cucina spagnola al tempo della 'guerra civile'. Ricette e ricordi", suddiviso, come fosse un menu, in entrate, piatti di mezzo e dessert. 




Questo libro non esisterebbe se non fossero stati casualmente ritrovati dei fogli anonimi, manoscritti, in una vecchia libreria anarchica di Zurigo, la Pinkus, in mezzo a documenti sulla guerra civile spagnola. Era il 1970 e si decise di mettere ordine ai fogli e di ricostruire, senza intervenire troppo, i giorni e la storia di Nadjeta e dei suoi compagni. Nella prefazione di Luigi Veronelli leggiamo che le ricette sono state rimaneggiate solo quel poco che serve a renderle realizzabili per tutti.
E lo ringraziamo, perchè poterle mettere in pentola è per me l'occasione di andare in un altro luogo e in un tempo diverso, dove esistevano solo coltelli e colini e passaverdura. E pestai, basta. Così immagino che tutto aveva un aspetto diverso e non tradirò Nadine con niente che non si serva altro che della meccanica delle mie mani e delle braccia, di strumenti semplici e ingredienti semplici e di un cuore grande fatto per condividere, prendersi cura, proteggere.

"Siamo andati all'assalto, cantando, tra i fiori e i venti profumati dell'estate, adesso, stiamo assistendo impotenti, alla fine. E' stato tutto un sogno, un sogno antico e necessario a cui non siamo stati in grado di conferire la saggezza dei fatti e l'evidenza della storia, ma molti un giorno, dovranno chinare il capo e vergognarsi per averci abbandonato. Gli addii sono lunghi e tristi, i compagni delle Brigate Internazionali se ne stanno andando alla spicciolata, di malavoglia, ed è un pò come morire."

Ottantasei portate, altrettanti giorni di vita vissuta tra granate e ideali, mai vinti dentro e sempre pronti a brindare alla libertà di essere umani. 
Quando Barcellona cade, il gruppo si deve dividere e si beve insieme l'ultimo vino che sa di sangue e anarchia. Insieme per l'ultima volta cantano. We few, we happy few, we, band of brothers(Noi pochi, noi pochi e felici, noi, banda di fratelli).  

Grazie a te per avermelo regalato. Saprò farne buon uso.


3 commenti:

rossella ha detto...

valentina. come mi hai commossa. profondamente.

rossella ha detto...

(gatò mi guarda curioso e non capisce. o forse sì, lui sente i sentimenti ;-))

Valentina ha detto...

ross, com'è bello il tuo cuore. e gatò...sì, sente i sentimenti davvero, ne sono sono sicura.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...